Itinerari
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BREGNANO
Dell’antico castello posto su un alto rialzo restano soltanto le mura perimetrali ad attestarne la storica presenza.
La chiesa parrocchiale di Bregnano, posta su una delle tante alture del territorio, è dedicata a San Michele Arcangelo e venne costruita accanto alla chiesetta di Santa Maria ad Nemus. Edificata prima del XVI secolo, sarebbe poi stata sottoposta a grandi lavori di ristrutturazione e, nel 1858, fu arricchita della cupola del coro e delle navate. Nel 1925 fu invece rifatta la facciata. Il campanile risale al 1810.
Una pregevole cappella intitolata alla Madonna di Caravaggio, si trova lungo la strada che attraversa il paese e che porta a Lomazzo e a Saronno.
Nella frazione di San Giorgio, si segnala l’omonima chiesa parrocchiale, quasi soffocata però tra case e viuzze, tanto da non riuscire ad averne una visione completa della facciata.
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CERMENATE
La parrocchia dei Santi Vito e Modesto presenta l’attuale aspetto dopo una risistemazine complessiva avvenuta nel 1907, ad opera del prevosto Pezzati.
Un documento parrocchiale testimonia la costruzione, nel 1612, della navata longitudinale, mentre nel 1765, ad opera del parroco Caminata, venne costruito il coro e il braccio trasversale. A quest’ultima epoca risale anche il campanile. Gli affreschi dell'abside con le storie della vita dei santi Vito e Modesto e attribuibili ai Quaglio di Laino, risalgono al 1763. All'interno, altro dipinto di pregio è la Madonna del latte, risalente al 1490 circa.
La chiesa di San Vincenzo dovrebbe essere la più antica. Più volte danneggiata dai lunghi conflitti, fu grazie ai nobili Lavizzari che la chiesa tornò agli antichi splendori, la cappella secentesa sita sul lato destro ne è la prova.
In San Vincenzo l'attenzione si concentra sul Crocifisso, del Cinquecento, oggetto da secoli di devozione e, come ricorda il decreto del Vescovo Macchi (“che molte grazie ha sempre elargito il Santo Crocifisso in quell'Oratorio"), “taumaturgico”.
Un ulteriore sguardo alla città porta verso Villa Clerici le cui notizie risalgono alla famiglia Porro che la fecero costruire nel 1416.
Ristrutturata successivamente nel XIX secolo, ora è la sede degli uffici comunali. Il restauro interno ha riportato al loro antico splendore soffitti, stucchi, affreschi, camini e arredi.
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VERTEMATE CON MINOPRIO
L’Abbazia di San Giovanni Battista venne fondata nel 1084 e consacrata nel 1095 ad opera di Odone, Vescovo di Imola. A seguito della distruzione delle mura, del chiostro e parte della torre, avvenuta nel 1288 durante le lotte tra Milano e Como, venne restaurata solo ducecento anni più tardi, nel 1480, riacquistando il suo antico splendore alla fine del secolo. Nuovamente restaurata secoli più tardi, oggi si presenta come un tipico edificio romanico comacino in moltrasio, a tre navate salienti, con tre grandi finestre e un semplice portale sormontato da lunetta. All’interno ha grossi pilastri tondi in conci con capitelli cubici, la navata maggiore a copertura lignea e le due minori voltate, tiburio ottagonale. Delle tre absidi ne rimangono solo due. Interessanti resti di affreschi trecenteschi nella navata di sinistra: restaurati e riportati su tela, raffigurano l’Incoronazione della Vergine, la Pietà, due storie di S. Benedetto e resti di Busti virili (Abramo che sacrifica Isacco). Un crocefisso ligneo sovrasta l’altare e apre la vista sul soffitto in legno a capriate. Sia l’edificio che gli affreschi costituiscono un monumento di grande valore nella storia dell’arte comacina e lombarda.
L’attuale chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, di epoca secentesca, è un’ampia costruzione a croce greca con basso tiburio. nella facciate dei bracci le grandi finestre lunate sotto l’alto timpano costituiscono il motivo decorativo essenziale. Un sopralzo circolare è stato aggiunto al campanile, il quale ha un’alta cella campanaria.
Il castello di Vertemate sorge sulla sommità di un dosso a dominio della campagna circostante. E’ abbastanza vasto e contiene, al suo interno, ampie sale: quella della “caccia” è senz’altro la più notevole. Spicca tra gli affreschi quello della battaglia del 1125 quando i Comaschi lo cinsero d’assedio. All’interno si possono facilmente distinguere le mura perimetrali di due delle quattro torri laterali.
Alla destra dell’ingresso sono presenti altri grandi affreschi.
La torre centrale, isolata nel cortile, si erge per 35 metri con la sua mole massiccia e ferrigna, con grandi feritoie in alto, merlature guelfe ed un pinnacolo centrale da cui si gode un’ampia visuale su tutto il territorio comunale e sui monti all’orizzonte: il Monte Rosa, il Campo dei Fiori, il Generoso, il Bisbino, il Bollettone, le Grigne e il Resegone. E’ accessibile tramite una scaletta a chiocciola interna, dalla quale si arriva ai granai del maniero che rappresentavano la scorta alimentare per tutta la popolazione.
Dell’originale castello rimane ben poco perché, con il passare degli anni, a causa della sua posizione di confine e a causa dei lunghi conflitti - soprattutto durante la decennale guerra tra Como e Milano - dovette subire devastazioni, saccheggi e incendi.
A Minoprio si trova il seicentesco santuario della Beata Vergine Assunta, nonché la bellissima Villa Raimondi, famosa anche per il suo parco di 6 ettari con 300 essenze arboree e 1600 arbusti, una serra tropicale, un giardino con collezioni di rose, azalee, camelie e un piccolo orto botanico di piante medicinali, officinali e aromatiche, essenze mediterranee, estesi campi catalogo dimostrativi e numerose serre sperimentali, centro di riproduzione meristematica e di ricerca con un laboratorio per l’analisi dei suoli e dei terricci, vasti vivai e un frutteto di 20 ettari con antiche varietà di frutta ormai non più coltivate.
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BREGNANO
Dell’antico castello posto su un alto rialzo restano soltanto le mura perimetrali ad attestarne la storica presenza.
La chiesa parrocchiale di Bregnano, posta su una delle tante alture del territorio, è dedicata a San Michele Arcangelo e venne costruita accanto alla chiesetta di Santa Maria ad Nemus. Edificata prima del XVI secolo, sarebbe poi stata sottoposta a grandi lavori di ristrutturazione e, nel 1858, fu arricchita della cupola del coro e delle navate. Nel 1925 fu invece rifatta la facciata. Il campanile risale al 1810.
Una pregevole cappella intitolata alla Madonna di Caravaggio, si trova lungo la strada che attraversa il paese e che porta a Lomazzo e a Saronno.
Nella frazione di San Giorgio, si segnala l’omonima chiesa parrocchiale, quasi soffocata però tra case e viuzze, tanto da non riuscire ad averne una visione completa della facciata.
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CERMENATE
La parrocchia dei Santi Vito e Modesto presenta l’attuale aspetto dopo una risistemazine complessiva avvenuta nel 1907, ad opera del prevosto Pezzati.
Un documento parrocchiale testimonia la costruzione, nel 1612, della navata longitudinale, mentre nel 1765, ad opera del parroco Caminata, venne costruito il coro e il braccio trasversale. A quest’ultima epoca risale anche il campanile. Gli affreschi dell'abside con le storie della vita dei santi Vito e Modesto e attribuibili ai Quaglio di Laino, risalgono al 1763. All'interno, altro dipinto di pregio è la Madonna del latte, risalente al 1490 circa.
La chiesa di San Vincenzo dovrebbe essere la più antica. Più volte danneggiata dai lunghi conflitti, fu grazie ai nobili Lavizzari che la chiesa tornò agli antichi splendori, la cappella secentesa sita sul lato destro ne è la prova.
In San Vincenzo l'attenzione si concentra sul Crocifisso, del Cinquecento, oggetto da secoli di devozione e, come ricorda il decreto del Vescovo Macchi (“che molte grazie ha sempre elargito il Santo Crocifisso in quell'Oratorio"), “taumaturgico”.
Un ulteriore sguardo alla città porta verso Villa Clerici le cui notizie risalgono alla famiglia Porro che la fecero costruire nel 1416.
Ristrutturata successivamente nel XIX secolo, ora è la sede degli uffici comunali. Il restauro interno ha riportato al loro antico splendore soffitti, stucchi, affreschi, camini e arredi.
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VERTEMATE CON MINOPRIO
L’Abbazia di San Giovanni Battista venne fondata nel 1084 e consacrata nel 1095 ad opera di Odone, Vescovo di Imola. A seguito della distruzione delle mura, del chiostro e parte della torre, avvenuta nel 1288 durante le lotte tra Milano e Como, venne restaurata solo ducecento anni più tardi, nel 1480, riacquistando il suo antico splendore alla fine del secolo. Nuovamente restaurata secoli più tardi, oggi si presenta come un tipico edificio romanico comacino in moltrasio, a tre navate salienti, con tre grandi finestre e un semplice portale sormontato da lunetta. All’interno ha grossi pilastri tondi in conci con capitelli cubici, la navata maggiore a copertura lignea e le due minori voltate, tiburio ottagonale. Delle tre absidi ne rimangono solo due. Interessanti resti di affreschi trecenteschi nella navata di sinistra: restaurati e riportati su tela, raffigurano l’Incoronazione della Vergine, la Pietà, due storie di S. Benedetto e resti di Busti virili (Abramo che sacrifica Isacco). Un crocefisso ligneo sovrasta l’altare e apre la vista sul soffitto in legno a capriate. Sia l’edificio che gli affreschi costituiscono un monumento di grande valore nella storia dell’arte comacina e lombarda.
L’attuale chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, di epoca secentesca, è un’ampia costruzione a croce greca con basso tiburio. nella facciate dei bracci le grandi finestre lunate sotto l’alto timpano costituiscono il motivo decorativo essenziale. Un sopralzo circolare è stato aggiunto al campanile, il quale ha un’alta cella campanaria.
Il castello di Vertemate sorge sulla sommità di un dosso a dominio della campagna circostante. E’ abbastanza vasto e contiene, al suo interno, ampie sale: quella della “caccia” è senz’altro la più notevole. Spicca tra gli affreschi quello della battaglia del 1125 quando i Comaschi lo cinsero d’assedio. All’interno si possono facilmente distinguere le mura perimetrali di due delle quattro torri laterali.
Alla destra dell’ingresso sono presenti altri grandi affreschi.
La torre centrale, isolata nel cortile, si erge per 35 metri con la sua mole massiccia e ferrigna, con grandi feritoie in alto, merlature guelfe ed un pinnacolo centrale da cui si gode un’ampia visuale su tutto il territorio comunale e sui monti all’orizzonte: il Monte Rosa, il Campo dei Fiori, il Generoso, il Bisbino, il Bollettone, le Grigne e il Resegone. E’ accessibile tramite una scaletta a chiocciola interna, dalla quale si arriva ai granai del maniero che rappresentavano la scorta alimentare per tutta la popolazione.
Dell’originale castello rimane ben poco perché, con il passare degli anni, a causa della sua posizione di confine e a causa dei lunghi conflitti - soprattutto durante la decennale guerra tra Como e Milano - dovette subire devastazioni, saccheggi e incendi.
A Minoprio si trova il seicentesco santuario della Beata Vergine Assunta, nonché la bellissima Villa Raimondi, famosa anche per il suo parco di 6 ettari con 300 essenze arboree e 1600 arbusti, una serra tropicale, un giardino con collezioni di rose, azalee, camelie e un piccolo orto botanico di piante medicinali, officinali e aromatiche, essenze mediterranee, estesi campi catalogo dimostrativi e numerose serre sperimentali, centro di riproduzione meristematica e di ricerca con un laboratorio per l’analisi dei suoli e dei terricci, vasti vivai e un frutteto di 20 ettari con antiche varietà di frutta ormai non più coltivate.